top of page

Storie d'Amore e di Mare

 

Viene da lontano il canto angosciato di Alessandro Righini. Viene dal tempo di giorni incontaminati di stagioni immature, da primavere acerbe di mesi veloci, da anni fuggenti di una giovinezza avulsa, vigile e acuta sul mondo che non cambia come ci si augura. Viene da luoghi visitati e vissuti ma cancellati, da sentieri intrapresi e battuti ma anonimi nel planisfero della vita. Viene da tempi e spazi che sono esistiti nella sua indole delicata e oltremodo impressionabile oppure sognati dalla stessa per fuggire lontano da ciò che non è. Il vissuto e il sognato hanno la medesima intensità emotiva e si confondono per prendere forma in un terzo millennio inadeguato, inatteso, ostile; o quanto meno discordante e asincrono. Il nero va sul bianco per urlare in quest’ultima raccolta una diversità consapevole, un contrasto trasparente fra l’essere e l’apparire, il dover essere e il dover apparire; il non essere per apparire. Una malinconia di fondo, non congenita ma allevata con le amorevoli cure della rabbia e dello sdegno di una vita vissuta con la pelle, accompagna i quarantacinque componimenti poetici che abbracciano le tematiche dell’oggi e del sempre. La fa da padrona, fa terra bruciata intorno a sé e sputa sentimenti immediati su tutto ciò che sta intorno; uomini e donne compresi. Quando poi il modus malinconico si fiacca e perde il suo vigore sotto i colpi del sentimentalismo più puro e apprezzabile, riaffiora, tenue, introverso, l’io originario, quello defraudato della propria genuinità dall’età dell’ansia prima ancora che da quella della ragione. Di conseguenza la lirica di “Storie di amore e di mare” si fa aguzza e incalzante, pungente e diretta laddove il tema che affrontato suscita l’impeto della parola ed esalta l’irruenza del verso che raggiunge l’efficacia della prosa per capacità comunicativa; e si snatura nella singola poesia, quando non nella stessa strofa o nello stesso verso, in una melodia che redime i peccati e mette in pace con il creato. Lo stile passa in maniera involontaria e impercettibile dal colloquiale, diretto e sfrontato in alcuni frangenti, piano e pacato in altri, all’aulico di alta tradizione, la cui magniloquenza tradisce al contempo l’apprensione verso quanto cantato e la ricerca lessicale come strumento vitale d’interdipendenza forma/contenuto. In entrambi i casi, il messaggio passa dal mittente al destinatario senza sospesi né sottointesi, nudo com'è stato concepito e partorito in un istante eterno di tanto tempo prima e lo colpisce, in un modo o nell’altro, al profondo del cuore. Perché è solo lì, al muscolo più fragile, all’organo più indifeso del corpo umano, che può mirare l’allitterazione voluta nel titolo della raccolta; una poesia, quella di Alessandro Righini, che non fa sconti a niente e a nessuno. Proprio come l’amore. Proprio come il mare.

 

Emilio Guardavilla          

Potete acquistare il libro Correnti nell'infinito in 4000 LIBRERIE in d'Italia

 

SEGUIMI SU 

  • LinkedIn Social Icon
  • Official Page Facebook
  • Alessandro Righini You Tube
  • Alessandro Righini Instagram
  • Alessandro Righini Facebook page
  • Alessandro Righini Twitter page
bottom of page