

“ Ogni volta che terrete un mio libro fra le vostre mani,
ci terrete anche la mia Vita, ogni volta che lo leggerete,
ci terrete anche il mio Cuore “

Dolci Colline
Il senso della malinconia
Questa raccolta di Alessandro Righini ha un titolo che può ingannare.
La dolcezza ci conduce, di norma, verso la tranquillità e la morbidezza di un pensiero che, nel nostro caso, si trasfigurano immediatamente in profondo coinvolgimento personale e in acuto senso malinconico. Quel senso malinconico che aggrega e rimescola la forza del carattere e la sensibilità di un autore che esterna un mondo immaginario – fantasticato – attraverso un delicato modo di porgere immagini, ricche di fantasia, ben costruite e opportunamente calibrate.
Certamente, Righini soffre di un'esistenza complessa e complicata. E non può essere altrimenti. Difficile, oggi, non far vibrare le corde di un animo sinceramente rivolto all'introspezione. Alessandro Righini fa questo, travolge i confini di un sentire che non vuole osservare solamente; piuttosto, cerca di affondare un sentimento puro nella viscerale tristezza di quella volgare abitudine che purtroppo scansa la bellezza per prediligere una superficiale analisi delle cose umane.
Righini sfiora con eleganza molti temi, li sveste di quella ruvida scorza che li ricopre e ce li restituisce intrisi di un candore malinconico che contribuisce a sciogliere molti nodi della nostra attuale esistenza.
Non so se riusciremo a seguire i consigli di questo raffinato autore – il dolce oblio della malinconia stimolerà comunque il lettore che, se attento, potrà acquisire quella fondamentale capacità di leggere il passato con chiarezza, puntando a riscoprire un futuro forse migliore.
Ma l'intero processo rimane lungo, davvero arduo. Ecco, però, il compito della poesia: consigliare, anzi spingere tutti noi a valicare la quotidiana impotenza nei confronti di situazioni imprevedibili, gesti, persone sciatte e rozze.
La breve silloge comprende una serie di graffianti aforismi che, collocandosi su un piano linguistico meno intimo e più incisivo, aprono a un confronto serrato, sintetico, talvolta anche caustico. Qui, il metodo percorre un sentiero diverso e intende dare una sferzata immediatamente percepibile come tale.
Un tumulto interno, macerato e colto, che caratterizza quest'opera di Alessandro Righini, pronto a soffrire per recuperare i petali di una perduta umanità, logora e trasandata.
Andrea Baldocchi
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