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Correnti nell'infinito

Sangue e dolore

 

Da anni Alessandro Righini corre a perdifiato dietro le illusioni dell'uomo, dietro le nuvole e le stelle. Non si rende conto, già negli anni Novanta, che le note pure della sua poesia non possono scalfire le corde impietrite di una comune sensibilità che si fa ispida e gracchiante: Righini scrive con garbo, con il gusto di chi scarta la retorica e abbraccia, piuttosto, il dolce ritmo di un verso che tocca e illumina. Alessandro Righini continua a sognare, su una spiaggia così come, da solo, in un bosco - forse è il bosco della conoscenza, dove il nostro poeta sosta per rifocillare cuore e mente. Ma questo non basta. Sono anni spensierati, in compagnia degli altri; ma sono anni cupi, in compagnia di se stesso. I mesi volano verso gli anni Duemila e la sua metrica sgancia le ultime tracce di un romanticismo morbido eppur personale e convincente. I versi, talvolta, si irrigidiscono e si ficcano brutali nel cuore - i sensi non vengono più sfiorati, ma sono afferrati e scossi dentro un'anima che diviene un abito troppo stretto. Le parole e gli aggettivi si rincorrono, la lettura è veloce, il messaggio si mostra sempre più concreto. E crudo. Alessandro Righini si ferma, ora, e si guarda allo specchio. Spera di scorgere il volto diafano della giustizia e la bellezza della Natura, ma si accorge subito che sta tremando, che sta sudando, che sta sanguinando di dolore. 


Andrea Baldocchi

Potete acquistare il libro Correnti nell'infinito in 4000 LIBRERIE in d'Italia

 

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